UNA BELLA RECENSIONE


 "Oggi la poesia è un movimento clandestino di resistenza" scrive Maria Luisa Spaziani sulla condizione della poesia in Italia, espressione fulminante che ben si adatta a rappresentare la poetica di Anna G. R. Rivelli, che, nonostante l’obnubilamento di tutti i valori positivi della società italiana,  è mossa dalla fede nell’opera educatrice delle “humanae litterae” e, in particolare della poesia.
 Rivelli, docente di italiano e latino  presso il Liceo Scientifico Galilei di Potenza, vanta una variegata produzione letteraria che spazia dalla critica d’arte al giornalismo, dalla poesia alla  narrativa, grazie al possesso di una profonda cultura umanistica e di un linguaggio ricco ed espressivo che riesce a modulare nelle varie tonalità: dall’ironia polemica sino all’invettiva, alle corde del sentimentale e dell’intimismo; un linguaggio che, pur nella sua  complessità e sperimentalismo ha un solo punto di approdo nella rappresentazione dell'essere e del finito nella sua continua aspirazione a confrontarsi con l'infinito.
 L'infinito, tuttavia, non si configura come un'entità specifica di accezione cristiana, bensì come una sorta di immanenza. La stessa autrice  spiega che cosa intenda per “immanenza” nell'omonima opera edita nel 2003: l'immanenza è alla base di qualsiasi espressione artistica e nasce dall’espansione di un'emozione che,  pur materializzandosi, mantiene intatta la sua essenza spirituale. Attraverso le manifestazioni artistiche nel senso più ampio e completo del termine, finito e infinito, essere e immanenza, sembrano confondersi al punto da annullare qualsiasi distinzione. 
Nella silloge poetica appena uscita “La voce che scompone il buio”, edita dal Premio Letterario Basilicata, riscontriamo la traccia più profonda e completa di un'opera d'arte intesa nelle sue più versatili manifestazioni.  Tra le parole e le immagini,  in una totale intima fusione,  pare esserci un vivace e proficuo interscambio ben esemplificato dal titolo di una mostra dell'artista potentino Giovanni Cafarelli, legato all'autrice tanto nella vita quanto nell'arte: La voce che scompone il buio.
Che legame c'è tra un testo poetico e una mostra pittorica, il cui filo conduttore è la matericita' e cromaticita' del paesaggio lucano raffigurato nella più completa astrazione? Ciò che lega i due autori, la poetessa e il pittore, e la loro opera, è la volontà di rendere l'arte un momento di riflessione, un'occasione per pensare. La voce di ogni artista è la voce di chi tenta di scomporre il buio dell'esistenza sino ad annullarla. Rivelli,  attraverso un linguaggio ricercato in grado di fondere le sfere sensoriali,  prova a svelare il senso più profondo e celato del reale. Luce e buio convivono in un eterno dualismo ed è questo l'arduo compito in cui si cimenta l'autrice: rendere infinito e finito sempre più vicini sino a pervenire a una sintesi e a trovare le giuste risposte a molti interrogativi.
  La copertina del volume dalla preziosa veste grafica è a riguardo assai esplicativa.  Opera dell'artista Salvatore Comminiello, raffigura un orecchio attraversato da un fascio di luce su uno sfondo buio, man mano che il raggio attraversa il sentire umano la sua cosistenza si va via via diradando verso l'alto sino a disperdersi in uno spazio bianco ove non si scorge più nulla di concreto.
 La poesia di Rivelli è di impegno civile e morale e tocca più temi dalla religione al Mezzogiorno, dalla stragi di emigranti al gesto estremo di un'adolescente.
Tutti i componimenti hanno una costante: la sensibilità e l'acume di un'autrice che osserva la realtà senza filtri e che, in assoluta libertà, prova con la sua voce a dare un contributo , tanto intellettivo quanto emozionale, attraverso la rappresentazione attenta della condizione dell'uomo in tutte le sue fragilità e contraddizioni.
 La vita è un punto/tremulo di luce/distante/un peschereccio perduto nella notte/ scrive Anna Rivelli nella poesia "La vita è un punto"  che ben esemplifica la condizione di smarrimento dell'uomo di ieri e di oggi che, attraverso la smania eccessiva del possesso coniugato a più livelli, all'alba potrà anche avere "piene le reti" ma di sicuro avrà "vuoto il cuore".

Il cammino di ogni individuo non soggiace ad alcuna logica predefinita,  è un percorso ignoto che non conosce punto di approdo perché In fondo/andare non è sperare/un porto , scrive l'autrice nella poesia dedicata a Martin Bradley.
 La precarietà di ciascuno non scaturisce soltanto da situazioni contingenti ma è la cifra distintiva dei sentimenti più puri, è un impoverimento interiore: e avrà pietà/di noi la sorte/e il fato, la regia/di questo corto/dove davvero/l'amore è un fotogramma, scrive nel componimento "L'amore è un fotogramma".
 Dietro l'apparente pessimismo
 che pure trapela in alcune poesie, c'è, tuttavia, in ogni manifestazione artistica, la volontà di reagire, di porre un freno a un inesorabile scivolamento nel "buio" mettendosi in discussione, ponendosi delle domande alle quali pare non esserci una risposta, ma che in ogni caso sono utili a riprendere il contatto con la realtà, a risvegliare gli animi dall'indifferenza e dallo straniamento: Di fronte al tuo morire/ognuno ha sedici anni./Ma sedici anni in più, scrive nella poesia "A.....".
 È questo il senso dell'intera silloge,  raggiungere il lettore e smuovere le coscienze, far sentire la propria voce attraverso un libro maneggevole e tascabile, piccolo ma ricco di spunti, prezioso sotto vari punti di vista.
  
Il libro sarà presentato in anteprima il 3 maggio a Tramutola per iniziativa del Circolo Culturale Silvio Spaventa Filippi e del Circolo Vincenzo Ferroni. 

        Angela Salvatore
(Il Quotidiano della Basilicata, 27 aprile 2014)